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Una pagina di Laxness

  • Immagine del redattore: chiaramarino097
    chiaramarino097
  • 23 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 7 giorni fa


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Riporto, a seguire, una pagina tratta da Gente indipendente (Sjálfstætt fólk) di Halldór Laxness – scrittore islandese, premio Nobel per la letteratura nel 1955 –, edito da Iperborea nella traduzione di Silvia Cosimini.

In questa scena, il crudele, insopportabile eppure immenso protagonista Bjartur e la figlia Ásta Sóllilja ("Amata Girasole") sono partiti dalla loro fattoria isolata per recarsi in città. È appena trascorsa la notte di San Giovanni; Ásta Sóllilja ha scoperto di avere un corpo mentre si lavava al ruscello in quella notte simbolica, e ora vuole conoscere il mondo. Non si è mai allontanata dalla tenuta del padre: il viaggio la condurrà a nuove, dolorose consapevolezze.Intanto, vediamo come Laxness riporta l'infantile stupore della ragazza quando per la prima volta vede l'oceano.

 

Ma quando guardò verso est lungo il passo, pronta a trovarsi davanti agli occhi un’altra ondulazione, fu sorpresa di non vedere niente davanti ai suoi occhi: era come se il mondo fosse arrivato improvvisamente alla fine e le profondità del cielo lo sostituissero, solo con una nuova gradazione di blu. […] Era come se questa nuova gradazione di blu sotto il cielo riunisse tutto il mistero della lontananza e lei rimase sbalordita di fronte a quella vastità. Era come se fosse arrivata alla fine del mondo. Papà, disse esitante nel suo smarrimento, dove siamo? Siamo sul margine orientale, disse lui, quello è l’oceano. L’oceano, sussurrò lei impietrita e continuò a fissare verso est, e fu percorsa da un brivido freddo di soddisfazione per aver avuto la fortuna di starsene sul margine orientale della brughiera e vedere dove la terra finisce e subentra l’oceano, il mare del mondo. Allora non c’è niente di là? chiede infine. Di là ci sono i paesi stranieri, disse lui trionfante per saperle spiegare una visione del genere, i paesi di cui si parla nella letteratura, i regni. Sì, sussurrò lei rapita. Non fu che molto più tardi che le fu chiaro quanto sciocca era stata la sua domanda, perché doveva anche essere ben a conoscenza che proprio su quell’oceano avevano navigato i giovani eroi per conquistarsi la fama nella letteratura; lontano, lontano dietro quel mare c’erano i paesi delle avventure. A lei era toccata la fortuna di vedere quel mare che al di là si frange sui paesi delle avventure, sulla via per l’incredibile.

 
 
 

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